mercoledì 27 agosto 2008

PROVA DI COLORAZIONE DIGITALE (PARTE 1 )

In attesa di portare a compimento il restyling del mio portfolio, pubblico alcuni tentativi di colorazione digitale realizzati in questi due giorni di fancazzismo durante i quali non mi andava di tenere in mano una matita.

Ma allora perché non utilizzare una matita elettronica?” Mi sono chiesto.

Mumble mumble…

In effetti piuttosto che star senza far nulla posso produrre qualcosina utilizzando le tavole disegnate da qualcun altro.

Mhm... Si! L'idea mi garba molto...
A questo punto però c’è da scegliere la tavola giusta. E' necessaria una tavola che mi faccia ottenere un buon risultato finale e che, soprattutto, sia di stimolo durante le fasi della colorazione data l'apatia dilagante.

La scelta non è stata difficile.
Ho deciso di lavorare su due tavole del manga “Berserk” di Kentaro Miura che, a mio modesto parere è uno dei capolavori meglio riusciti degli ultimi tempi. Capolavoro sia per quanto riguarda la storia che per quanto riguarda l’alto livello delle tavole che rendono Miura un maestro indiscusso. Anche coloro che non amano il genere noir-pulp-fantasy-dramatic che caratterizza l’opera in questione, non possono non rimanere esterrefatti di fronte alla perfezione delle anatomie, alla espressività dei personaggi di una intensità tale da rendere superflue le didascalie ed i baloon...
Ma bando alle ciance! Questo non è lo spazio delle recensioni!
Potrei parlare di Berserk all'infinito...

Passiamo dunque alle tavole:

In questa prima parte colorerò la tavola 003 del volume 32 della serie Berserk Collection:


Il programma che utilizzo per la colorazione digitale è, naturalmente, Photoshop. Come prima cosa scontorno la tavola separando le chine dal foglio bianco in modo da poter lavorare sui colori grazie a livelli intermedi.
Dopo aver scontornato la tavola inserisco due livelli con la Palette base, uno per i personaggi ed uno per gli sfondi. In questo caso è molto semplice in quanto non ci sono sfondi ricchi di dettagli.

Queste basi saranno il colore intermedio che poi, a seconda che si tratti di una zona di luce o in ombra, verrà schiarito o scurito. Dopo aver posto le basi di colore, quindi, inizio a pensare a come realizzare i punti illuminati e le ombre individuando i punti di luce (se ci sono) o ipotizzandone uno o più di uno. Individuata la sorgente luminosa, creo altri livelli intermedi a seconda dell'intensità di luce ed ombra richiesti dalla tavola utilizzando il pennello in diverse modalità. Ai pennelli aggiungo anche alcuni strumenti propri di Photoshop come gli strumenti "Brucia" e "Scherma": mentre gli altri strumenti, utilizzati in diverse modalità, per accentuare le luci o le ombre.
Lo strumento "Sfumino" serve per prolungare o accorciare il baffo lasciato da una pennellata (digitale) troppo lunga o per creare effetti particolari. Diciamo che è abbondantemente utilizzato per il primo caso...


Dopo aver aggiunto le ombre e le luci, in questo caso, il lavoro è quesi finito non essendoci uno sfondo particolare o una fonte di luce come un lampadario o una candela. Per quanto riguarda gli sfondi ho aggiunto alcuni gradienti mentre per le luci la tavola non presentava alcuna fonte luminosa in particolare.


Per concludere la colorazione ho aggiunto solo qualche effetto in modo da accenture la pelliccia, i capelli e gli occhi di Zodd e qualche ombra in più (nell'ultima vignetta) per accentuare l'ombra dell'albero. Ho anche staccato i piani dei personaggi in modo da rendere più evidenti le distanze tra i personaggi in primo piano e quelli in secondo piano.


Dopo l'aggiunta degli effetti, la tavola è conclusa.

Tra qualche ora pubblico la seconda tavola. Ora ho bisogno di un caffè!


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